Stiamo CARMI
Nel senso plurare di Carme, composizione poetica!
Mettiamoci dunque in piena disposizione d’ascolto, confondendo emozioni e nostalgie, ricordi e sensazioni, dolori e passioni e lasciatemi introdurre un carme di Catullo, serendipitamente ritrovato, realmente molto suggestivo.
Inserisco sia la versione latina che, a seguito, la traduzione. Buona sognante lettura.
“Vivamus mea Lesbia,atque amemus,
Rumoresque senum severiorum
Omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt;
Nobis cum semel occidit brevis lux,
Nox est perpetua una dormienda.
Da mi basia mille, deide centum,
Dein mille altera, dein seconda centum,
Deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
Conturbabimus illa, ne sciamus,
Aut ne quis malus invidere possit,
Cum tantum sciat esse basiorum.”
“Dobbiamo mia Lesbia vivere, amare,
le proteste dei vecchi tanto austeri
tutte, dobbiamo valutarle nulla.
Il sole può calare e ritornare,
per noi quando la breve luce cade
resta una eterna notte da dormire.
Baciami mille volte e ancora cento
poi nuovamente mille e ancora cento,
e dopo ancora mille e ancora cento,
e poi confonderemo le migliaia
tutte insieme per non saperle mai,
perché nessun maligno porti male
sapendo quanti sono i nostri baci”.
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